HydroQuakes: i precursori sismici
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HydroQuakes: i precursori sismici

HydroQuakes è un programma di ricerca scientifica triennale (iniziato a Dicembre 2017) in collaborazione tra INGAG-CNR (Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche) e Fondazione ANIA, volto al monitoraggio idrogeochimico di acque sotterranee e sorgive per l'individuazione di potenziali precursori sismici di natura idrogeochimica.

La previsione dei terremoti, è stata per secoli, un miraggio lontano. Ciononostante, da millenni, si conoscono le relazioni, quantomeno temporali, tra terremoti forti e variazione delle proprietà chimico-fisiche delle sorgenti e delle falde acquifere.

Negli ultimi due decenni, in alcuni paesi (tra i quali Giappone, Islanda, Italia), si è cominciato a monitorare con costanza tali relazioni ed alcune variazioni chimico-fisiche pre-sismiche sono state interpretate come potenziali precursori sismici.

Il progetto HydroQuakes (2017-2020) ha spostato sensibilmente in avanti il livello delle conoscenze dei precursori sismici in campo idrogeochimico, sia in Italia sia all'estero.

Grazie a questo progetto, ora L'Appennino centro-meridionale (da Sulmona ai Monti del Matese), è coperto da una rete di monitoraggio idrogeochimico per lo studio e l'identificazione di potenziali precursori sismici.

Nell'ambito del progetto HydroQuakes, è stato installato, uno spettrometro di massa , primo al mondo, presso la sorgente di Bojano, per il monitoraggio in continuo di alcuni parametri chimici delle acque sorgive.

Tale strumento ha permesso e permetterà di individuare, da remoto, in tempo reale, eventuali variazioni pre-sismiche nella chimica delle acque sotterranee sotto osservazione.

Durante gli anni di monitoraggio, è stato osservato che, le anomalie idrogeochimiche pre-sismiche non risultano verificarsi, almeno con significatività statistica, nel caso di terremoti di magnitudo Mw<5.0, mentre, sia pure sul numero ridotto di eventi verificatosi nel periodo di studio, le anomalie sono ben visibili per terremoti di magnitudo Mw>5.0.

Questo risultato è molto promettente, in quanto associa l'identificazione di anomalie idrogeochimiche pre-sisma a terremoti forti, aprendo la strada alla possibilità futura di poter prevedere, un giorno, forti terremoti tramite le anomalie idrogeochimiche.

In ogni caso, l'incremento delle attività di monitoraggio, ha consentito anche di osservare variazioni, seppur minime, nel chimismo delle acque sotterranee, anche per eventi di entità minore, come il terremoto di Collelongo (1 Gennaio 2019, Mw 4.1), che si è verificato lungo una delle faglie più grandi dell'Appennino centrale, ossia quello che causò il terremoto di Avezzano del 1915.

A partire da Novembre 2018, infatti, deboli anomalie geochimiche (variazioni di Boro) nelle acque monitorate, hanno annunciato l'imminente movimento sismico (1 Gennaio 2019) lungo la grande faglia di Avezzano.

I cambiamenti osservati nei siti di monitoraggio durante il progetto HydroQuakes nel chimismo delle acque, presentano caratteristiche comuni, ma anche particolarità nei diversi siti di monitoraggio, rendendo potenzialmente possibile l'identificazione futura di precursori a largo raggio, ma anche di ioni e composti sito-specifici, correlati alle condizioni geologiche. Ciò favorirebbe lo sviluppo di monitoraggi al contempo generalizzati e mirati, in grado di consentire adeguate previsioni nelle diverse condizioni geologiche del nostro Paese. 

Nell'ambito del progetto, sono stati studiati alcuni reperti fossili provenienti dalla Faglia del Monte Morrone (Sulmona), dove, nel 2016, le stazioni idrogeochimiche avevano registrato anomalie geochimiche, 3/4 mesi prima del terremoto di Amatrice.

I reperti fossili studiati confermano la presenza di rocce ricche di Vanadio, offrendo dunque una validazione indiretta delle anomalie geochimiche pre-sismiche del 2016.

Nell'ambito del progetto è anche stato sviluppato un modello geochimico tramite software dedicati, per la comprensione dei processi idrogeochimici pre-sismici.

Il modello sviluppato è in accordo con le anomalie geochimiche pre-sismiche del 2016 (pre-sisma di Amatrice 2016) e lo spiega con un apporto pre-sismico di anidride carbonica profonda.

I conclusione, il progetto HydroQuakes conferma che l'installazione di reti di monitoraggio idrogeochimico in aree sismiche è una strada corretta per l'identificazione di precursori sismici. In tali aree, lo studio dei reperti fossili e lo sviluppo di modelli geochimici ad hoc, possono validare i precursori stessi e permettere di comprenderne i processi chimico-fisici, fino alla previsione del tipo di anomalia attesa in una determinata area sismicamente attiva d'Italia.

 

Fonte: ANIA, rapporto finale Marzo 2021

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