A partire dal 2017, un sottoinsieme di 12 indicatori per la misura del Benessere equo e sostenibile (Bes), è entrato a far parte del ciclo della programmazione economica, come previsto dalla Legge n. 163 del 4 agosto 2016.
L’Istat fornisce al Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) gli aggiornamenti dei 12 indicatori di benessere equo e sostenibile, basati prevalentemente su dati definitivi, ma anche su dati provvisori e su modelli di stime anticipate predisposti ad hoc, per garantire la tempestività dell’informazione.
Gli indicatori sono analizzati in due fasi del ciclo di programmazione economico-finanziaria, attraverso due documenti annuali predisposti dal Mef (sulla base dei dati forniti dall’Istat):
- il primo è l’Allegato sugli indicatori di benessere equo e sostenibile al Documento di economia e finanza (DEF) in cui il Mef deve analizzare l’andamento nell’ultimo triennio degli indicatori Bes e realizzare le previsioni sulla loro evoluzione nel triennio successivo, anche in ragione dell’impatto delle rilevanti politiche pubbliche;
- il secondo è la Relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile, da presentare alle Camere per la trasmissione alle competenti Commissioni parlamentari entro il 15 febbraio di ciascun anno, sull’evoluzione dell’andamento degli indicatori Bes, sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio per il triennio in corso.
L’ultimo documento elaborato dal MEF è l’ottavo Allegato Bes 2024, diffuso il 23 aprile 2024, nel quale è stato descritto l’andamento dei 12 indicatori di benessere equo e sostenibile fino al 2023 e, sulla base del quadro macroeconomico presentato, sono state fornite le previsioni per il periodo 2024-2027 per 8 indicatori: Reddito disponibile lordo corretto pro capite, Disuguaglianza del reddito netto, Tasso di mancata partecipazione al lavoro, Emissioni di CO2 e altri gas climalteranti, Indice di povertà assoluta, Speranza di vita in buona salute alla nascita, Eccesso di peso, Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione.
Inoltre, il Mef, ha fornito la previsione per il periodo 2024-2027 di un indicatore di efficienza di giustizia civile: il disposition time. In questo documento il Mef, per la prima volta, ha analizzato un indicatore di consumo di suolo che, insieme all’indicatore delle emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti, monitora il dominio “Ambiente”.
I risultati più significativi che possiamo cogliere da questa relazione sono:
- Benessere economico. Il Reddito disponibile lordo corretto (Rdlc) per persona, che nell’ambito del dominio “Benessere economico”, fornisce una misura sia delle risorse monetarie che dei benefici in natura a disposizione delle famiglie, è cresciuto significativamente nel 2022, grazie all'aumento dei salari, alle misure di supporto al reddito e ad un mercato del lavoro positivo. Si prevede una crescita continua, ma più lenta, fino al 2026. La crescita reale del Rdlc per il 2023 è prevista invece a zero se si considera l'inflazione, a causa delle differenze tra inflazione del Pil e dei consumi. Situazione che dovrebbe migliorare dal 2024, con una crescita reale prevista del 3% entro il 2026. Tra il 2021 ed il 2024 si rileva un lieve aumento della disuguaglianza di reddito, che poi si stabilizza, grazie alle nuove misure di sostegno introdotte. Gli stessi strumenti di supporto garantiscono una stabilità dell’indicatore di povertà assoluta fino al 2024. La fine di alcune misure temporanee potrebbe comportare un lieve peggioramento nel 2025.
- Salute. Nel 2022, la speranza di vita in buona salute si è leggermente ridotta (0,4 anni), scendendo a 60,1 anni. Tra il 2023-2026 cresce (0,7) la speranza di vita generale, ma la sua qualità percepita “in salute” subisce un leggero rallentamento a causa delle varianti economiche, in particolare legate alla disuguaglianza. L’indicatore dell'eccesso di peso è rimasto pressoché stabile nel 2022, somma di una dinamica differenziata tra donne (+0,3%) e uomini (-0,2%) che accorcia il gap storico a sfavore degli uomini. L'inflazione dei prezzi alimentari, che potrebbe portare a scelte alimentari meno salutari, indica un lieve aumento dell’indicatore nel 2023. Fenomeno che rientra negli anni successivi.
- Istruzione e formazione. Nel 2022, l'abbandono scolastico precoce ha toccato il suo minimo dal 2018, con un tasso dell'11,5%. Un miglioramento principalmente dovuto alla diminuzione del numero di individui non occupati che lasciano il sistema educativo. Le previsioni fino al 2026 indicano una stabilità dell'indicatore, con una lieve ascesa nel biennio 2023-2024, seguita da un periodo di stabilità. Proiezioni che comunque non includono l'impatto delle misure del Pnrr sull'istruzione, che potrebbero portare ad ulteriori miglioramenti.
- Lavoro. Nel 2022, il tasso di mancata partecipazione (Tmp) al lavoro è sceso al 16,2%, il più basso dal 2018. Questo indicatore, più ampio del tasso di disoccupazione, considera anche chi non lavora, ma sarebbe disponibile a farlo. La situazione migliora, ma persistono ampie differenze per genere, zona geografica ed altri fattori. Le proiezioni per il 2023-2026 indicano una continua positiva evoluzione del mercato del lavoro, con una riduzione ulteriore del Tmp e della disoccupazione. Per quanto riguarda l'occupazione delle madri, nel 2022 si è osservato un leggero peggioramento, con un tasso di occupazione più basso per le madri con figli in età prescolare rispetto a quelle senza. Il divario, ampliato durante la pandemia, evidenzia le difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia. Anche tra le donne con figli più grandi, l'occupazione rimane significativamente inferiore rispetto a quelle senza figli, suggerendo ostacoli persistenti all'occupazione femminile legati alla maternità.
- Criminalità. Le restrizioni del primo anno di pandemia avevano ridotto significativamente l’indice di criminalità predatoria, che comprende reati come borseggi, furti e rapine. Tra il 2021 e 2022, si è dunque verificato un leggero peggioramento, principalmente a causa dei borseggi. I livelli di criminalità restano comunque inferiori a quelli pre-pandemici.
- Ambiente. La ripresa economica post pandemia ha causato un aumento significativo delle emissioni di CO2 e altri gas serra (+8,7% nel 2021). Pressoché invariate nel 2022, si prevede che nel 2023 scendano ai livelli 2020. Minori emissioni dall'industria comporteranno una riduzione costante delle emissioni tra il 2024-2026.